Sondaggio mensile: dopo quanti giorni (o anni) dopo il limite standard rimettete apposto gli addobbi natalizi?
Io quest’anno ho raggiunto la quota “dopo 9 giorni”.
Accettabile, no? Se non tieni presente il fatto che dalle mie parti ci sono stati un paio di giorni con temperatura primaverile-quasi-estiva e rientrare in casa con giacchetto sotto braccio e affanno da calura e vedere l’albero ancora addobbato con babbo natalino di fianco che ti fa ciaociao con la manina, provocava un certo prurito da “c’è qualcosa che non torna…”.
Comunque, i nostri eroi ce l’hanno fatta e tutto il pappiè di roba è stato archiviato (= bustona, inserisci albero ((ancora decorato)), inserisci babbo natalino, inserisci vari fiocchini dorati sparsi qua e là, richiudi bustona, collocala nello stanzino, archiviazione completata).
Trovandomi nella mentalità “metto a posto” sono passata al riordino del mobile della cucina/sala da pranzo/tinello/open space. Aprendo la prima anta noto subito la presenza di tante di quelle cose, ma tante di quelle cose che l’idea brillante è stata: tolgo TUTTO e rimetto dentro in ordine.
Non l’avessi mai fatto (se non ricordi la mia ultima bravata del “non l’avessi mai fatto” ti rimando all’articolo “sono intasata”). In pratica ho sapientemente TIRATO tutto ciò che componeva l’interno del mobilino sul tavolo, seguendo l’antica tecnica samurai dell’”accumolo”.
Terminato lo svuotamento, mi sono voltata entusiasta di aver completato il primo step. Ma i miei giorni di donna felice erano destinati a durare poco perché il mio sorriso si è immediatamente spento alla vista del tavolo inondato da tutto quello che una persona sana di mente non sognerebbe mai di accumulare nel tempo. Una montagnola di cianfrusaglie per lo più inutili mi stava guardando sghignazzando da sopra il tavolo (o era forse Paco, che si burlava della mia idea del giorno?).
A quel punto mi sono trovata ad un bivio:
1 – infilare il giacchetto, spintonare il cane fuori, chiudere a chiave la porta di casa e dimenticare
2 – dirigermi verso la libreria, prendere il libro di filosofia delle superiori, togliere il dito di polvere collocato sopra, andare al capitolo Nietzsche e prendere ispirazione.
“Bisogna avere un caos dentro di sé per partorire una stella danzante”
Ovviamente ho scelto la seconda (anche se una boccata d’aria fresca l’ho presa, così, tanto per schiarirmi le idee). Testa alta, sguardo fiero, avanzo a passo svelto verso il caos.
Che dire.. non è stato facile. Il mio spirito di donna ligia al dovere (mai avuto, mai avrò) è stato seriamente messo alla prova; ma miei cari ragazzi, ce l’ho fatta. Montagnola di cianfrusaglie debellata, stella danzante nata.
Il trucco è stato: buttare via ciò che oggettivamente non mi serviva (a meno che tu non organizzi mercatini dell’artigianato non ti servirà MAI un mangianastri inizio anni 90 che non ha nessun valore affettivo/monetario e ha già cominciato a fare la ruggine), mantenere e rendere di facile reperimento ciò che oggettivamente mi serve (giusto due giorni fa ho lottato con un mal di testa lancinante, convinta di non avere nessun medicinale in casa. Scatolina piena trovata), spostare ciò che era lì nella sua collocazione corretta (perché un calzino spaiato era nel mobile di cucina?????).
Ma detto questo, sapete cosa amo? I fiori finti.
Lo so, da tanti verranno considerati tristi. Ma a me piacciono un sacco! Colorano, con qualche goccia di olio essenziale profumano anche e non devono essere mantenuti con tecniche da pollici verdi. Ecco perché ho recuperato un paio di piccoli vasi che ho riempito con rose rosse, visto il colore predominante della mia cucina.
Sì, ok, ditelo su. “Brava Bea, hai scoperto l’acqua calda”.
Meritato. Però mi piacciono e ve lo dico, tiè.
E voi? Quali danni avete fatto questo mese? Non siate timidi, qui siamo tutti amici imbranati 🙂
Buon mese per tutto il mese, Beatrice
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