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Questa settimana parliamo di….. PENSIERO MAGICO!
Contrariamente al pensiero di molti, non si tratta di un argomento così lontano da noi, nè legato esclusivamente al mondo dei bambini ma anzi… in psicologia è un elemento che spesso torna nei racconti dei pazienti.
Secondo Wikipedia, “Il pensiero magico costituisce un tipo di elaborazione cognitiva in cui manca una relazione causale tra soggetto e oggetto. Come la scienza, alla magia vengono attribuiti relazioni causali ma, a differenza della scienza, il magico sottende spesso un errore di base nella correlazione delle cause. Assunto fondamentale del pensiero magico è l’idea di poter influenzare la realtà secondo i pensieri e i desideri personali“.
L’uomo è predisposto al pensiero magico anche se in realtà è una forma mentale tipicamente infantile. E’ infatti una forma di pensiero che non ci abbandona mai totalmente ed infatti le sue tracce sono facilmente riscontrabili anche nel pensiero adulto quotidiano…. VEDIAMO COME!
1. LE COINCIDENZE E L’ILLUSIONE DEL CONTROLLO
Una delle forme più comuni di pensiero magico consiste proprio nel cercare un significato ed una causalità nelle coincidenze. La coincidenza di due eventi che accadono contemporaneamente, o di seguito, può essere vista come una situazione in realtà attribuibile ad un legame causa-effetto solo perchè in realtà sono contigui temporalmente.
Per fare un esempio sono sicura che molti di noi avranno visto il film “Una moglie per papà” con Whoopi Goldberg come protagonista.
In questo meraviglioso film, Whoopi Goldberg fa con la piccola Molly un gioco speciale che, insieme ad altri aspetti, finirà poi per conquistare la piccola. La protagonista invitava infatti la bambina a soffiare verso il semaforo per farlo diventare verde… e così era!
Chiaramente per l’adulto era solo un gioco per avvicinarsi al mondo immaginario della bambina ma l’effetto è stato proprio quello di creare un pensiero magico in Molly: la credenza che desiderare o pensare assiduamente e persistentemente a qualcosa può avere effetti sulla realtà e farla avverare. Altri esempi sono: l’affermazione tipica di molti fumatori che accendendosi la sigaretta in attesa dell’autobus sono convinti di contribuire a farlo arrivare all’orizzonte; l’evitare di pensare ad una cosa per non portare sfortuna, oppure il classico esprimere un desiderio spegnendo le candeline della torta o i tanti gesti scaramantici degli atleti.
Tutto ciò è spiegato da un fenomeno chiamato “illusione del controllo”, sintetizzabile cioè come la diffusa credenza di avere sulla realtà un’influenza maggiore di quella che si possiede veramente.
E’ normale sperare ed immaginare di poter controllare qualcosa su cui invece non abbiamo potere o i cui meccanismi non conosciamo, dà un’idea di fiducia e tranquillità.
Dimentichiamo per un attimo l’era in cui viviamo e pensiamo ai nostri antenati o agli uomini primitivi. Il pensiero magico deve aver accompagnato le loro giornate come un meccanismo fondamentale e fortemente adattivo.
La danza della pioggia o il sacrificare un animale agli spiriti della terra, con il fondamento implicito quindi della causa-effetto che legava tali pratiche, sicuramente rendeva la vita più affrontabile perchè infondeva loro un senso di controllabilità e predicibilità nelle cose, piuttosto agognato in un mondo sconosciuto e incomprensibile.
2. OGGETTI E PAROLE SACRE
Un’altra forma di pensiero magico è spiegata dalla tendenza a sacralizzare cose e parole che le denominano cioè il gioco mentale che crea un’equazione fra rappresentazione e realtà.
Fanno parte di questa forma tutte le pratiche legate alle bamboline voodoo oppure la difficoltà che sicuramente molti di noi hanno nell’utilizzare la foto di un bambino o di un cane come bersaglio per il gioco delle freccette, stracciare una fotografia di una qualsiasi persona che conosciamo o anche soltanto la credenza che il nome di una persona descriva e rappresenti proprio come è lei caratterialmente.
Tale meccanismo è il “realismo nominale” ossia la stretta associazione quasi fusione tra oggetto e parola come se un nome o un’immagine rappresentasse proprio quella cosa.
Pensiamo anche alla curiosità spesso riportata sui libri di scuola che indica come, dal 1940, il nome Adolf non fu dato più a nessun bambino. Ma anche all’importanza che le persone sposate danno alla fede il cui forte simbolismo dona all’oggetto la sacralità stessa dell’unione coniugale oppure alla fissazione emozionale che molti bambini hanno su un determinato oggetto (“la coperta di Linus” per esempio)… più semplicemente pensiamo anche all’importanza che abbiamo investito sulla nostra prima macchina ed al dolore nel darla via!
Questo legame con oggetti inanimati si fonda sulla percezione di una qualche invisibile “essenza” che li caratterizza, non solo l’aspetto materiale ma soprattutto la sua storia e l’intreccio con la nostra storia.
Ma anche con la storia degli altri se inseriamo in questo contesto anche l’importanza di tante reliquie religiose o dell’oggetto che abbiamo messo durante un esame andato bene e che diventa il portafortuna per tutti i successivi come se potesse contagiare magicamente! Tutti esempi di come l’uomo pensi spesso che il valore di un oggetto è legato al suo proprietario o da quello che “ha visto” e quindi da quello che “può testimoniare”.
3. IL MONDO “GIUSTO”
Un’altra forma di pensiero magico riguarda la credenza nel “mondo giusto”, cioè il pensare che prima o poi “tutti i nodi vengono al pettine”, che ci si deve affidare ad una “giustizia divina“.
E’ il pensiero tipico di coloro i quali gioiscono per il guaio di un acerrimo nemico oppure che giustificano un’aggressione con la frase “in fondo se l’è cercata” perchè era “nel posto sbagliato al momento sbagliato”… è un meccanismo legato come sempre al bisogno ancestrale dell’uomo di voler avere il controllo o almeno l’illusione di esso convincendosi che qualsiasi cosa accade per un motivo o una ragione ben precisa.
Il pensiero del dolore e della sofferenza “arbitrari” a volte può essere insopportabile e può portarci quindi a negare che purtroppo anche le brutte vicende possono accadere per caso e che quindi le ingiustizie e le cattiverie possono rimanere impunite.
4. L’ANIMA DEGLI OGGETTI
Un’altra forma di pensiero magico molto diffusa è la tendenza ad attribuire a qualsiasi elemento “non umano” una forza vitale, un’intenzionalità, una mente, un’anima…
In realtà è un collegamento normale considerato che abbiamo sempre a che fare con altri esseri umani che hanno voleri ed intenzioni quindi da qui a crederlo per qualsiasi cosa ci circondi… il passo è breve!
Per fare qualche esempio pensiamo al rapporto con i defunti, alla “Natura che si ribella”, a “il cielo è grigio proprio come il mio umore”, al nostro Dio… come se anche questi elementi avessero sensazioni, sentimenti, comportamenti o capacità di comunicare con noi.
In molti credono che la stessa religione e tutto il mondo legato al paranormale sia la massima espressione del pensiero magico, la sua quintessenza portata all’estremo. Se le religioni dovessero rinunciare al pensiero magico, diventerebbero dei racconti filosofici… e quindi non più appetibili dalla massa.
Ma non vorrei addentrarmi ancor di più in un tal sentiero…. 😉
Tornando alla psicologia, è giusto sottolineare che parliamo sempre di un normale processo mentale nella maggior parte delle volte.
Nel caso della schizofrenia, è uno dei sintomi caratteristici, ed è un caso estremo di pensiero patologico ma anche l’essere totalmente privi del pensiero magico non si può considerare un segno positivo per la nostra salute mentale.
L’essere troppo razionali porta ad un realismo eccessivo che può anche scatenare alcune forme di depressione ed al contrario l’illusione del controllo, la volontà di trovare un significato ad alcuni accadimenti della nostra vita incoraggia ad agire sul proprio mondo ed a vivere con più pienezza.
Non è necessario eccedere fino ad arrivare alla nota “sindrome di Pollyanna” ma alcune distorsioni a livello del pensiero fungono da meccanismi di difesa e quindi contribuiscono alla nostra salute psicologica!
Per qualsiasi ulteriore domanda, non esitare a contattarmi scrivendomi qui: psicologia@tentazionedonna.it
Per chi volesse approfondire:
- Pensiero magico. Pensiero logico. Piccola filosofia della creatività, De Brabandere Luc, 2010, Castelvecchi;
- Psicopatologia, cultura e pensiero magico, Bartocci G. (a cura di), 1990, Liguori.
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